Di sicuro possiamo affermare che tutto sia cominciato a Pistoia intorno alla metà degli anni Novanta, quando Alberto Coco cantava il punk-rock indossando un basso elettrico abbondantemente sotto la cintura, (O.O.P. – Pandora’s Box), Lorenzo Cappelli suonava i Deep Purple con le scarpe coperte da generose scampanature (Dark Light) ed Edoardo Farnioli e Tommaso Cantini cominciavano la loro ricerca sonora orientata al noise con gli enigmatici Das Gasthaus.
Il progetto Lola’s Dead affonda le sue radici nel lontano 2002, quando Alberto (voce) si unisce a Edoardo (basso), Tommaso (batteria) e Daniel Autobahn (chitarra) per dare vita ad una band chiamata Die fesche Lola (dal titolo di un motivetto tedesco dei primi anni Trenta reso celebre da Marlene Dietrich). Il frutto di questa unione è il demo autoprodotto Anteprima (2004), un riassunto in tre parti del lavoro svolto dalla band nei due anni precedenti che alterna momenti ricercati ad altri molto più easy. Nello stesso anno, spinto dalla passione per la sperimentazione, entra a far parte del progetto Lorenzo (chitarra), che dopo alcuni mesi di “coabitazione” rimarrà chitarra principale della band quando Daniel abbandonerà il progetto per trasferirsi a Berlino.
Come consuetudine Die fesche Lola non si ferma, ma anzi guarda avanti proseguendo il lavoro di composizione in sala prove e l’attività concertistica nei locali fra Pistoia – Prato e Firenze.
Tra il 2006 e il 2007 viene registrato l’EP autoprodotto Lontano… e oltre, definito dalla stessa band una sorta di greatest hits. Il lavoro, che raccoglie i pezzi scritti negli ultimi anni (fra cui una cover del classico That’s life rivisitata in chiave “Lola”), è molto eterogeneo e mostra come le cose stiano per cambiare; soprattutto i pezzi di più recente produzione sembrano il preludio a una svolta che sta per essere intrapresa. Più che di “svolta” probabilmente sarebbe più corretto parlare di “evoluzione naturale” che porta Die fesche Lola ad avvicinarsi a sonorità e stilemi compositivi che strizzano l’occhio a un certo post-rock, pur restando fedeli alla scelta di non imbrigliarsi all’interno di un genere predefinito. L’ultimo capitolo della storia dei Die fesche Lola è un brano di 10 minuti spaccati registrato all’inizio del 2009: Astronauta, quanto basta per realizzare che l’affascinante Lola non c’è più. Lola è morta. Ma non la band.
L’anno 2009 viene dedicato quasi esclusivamente al lavoro di composizione. Un’immersione totale: pochissime uscite dal vivo, non più un nome ufficiale e qualche lite, ma l’unica cosa che interessa è la ricerca di suoni, tempi e melodie. Le efficaci sezioni ritmiche elaborate da Tommaso ed Edoardo si fondono in modo sempre più avvolgente alle melodie composte da Lorenzo.
Il prodotto sono circa 20 minuti di musica, due nuovi pezzi, cappello e coda ideale per Astronauta. Il lavoro ascoltato in sequenza sembra essere un’unica lunga suite, un impetuoso scorrere da un punto A ad un punto B con poco tempo per voltarsi al passato. Un’orgia di delay e distorsioni scandita da ritmiche talvolta martellanti, talvolta impercettibili. Nel marzo del 2010 Alberto inizia l’arrangiamento delle parti vocali e la stesura dei testi (per la prima volta in inglese per scelta della band). Le parole sembrano uscire dalla stessa musica, sul cui correre viene narrata la storia di un “qualcuno, dall’amnio alla vista del proprio sepolcro”. La storia di un’esistenza attraverso le tre fasi della vita (gioventù, età adulta e vecchiaia), narrata nei tre pezzi di cui si compone il lavoro. Insomma, un concept.
Le registrazioni e la post-produzione (realizzate in proprio presso gli Zitronenhaus Studios, quartier generale della band), possono dirsi concluse nell’inverno del 2010. Nello stesso periodo Lorenzo mette a disposizione della band le sue doti di designer realizzando l’artwork per l’EP.
Il 12 marzo 2011 esce Those Who Read Between the Lines, un EP dunque, completamente realizzato dalla band in ogni minimo dettaglio. Con l’occasione il gruppo ha anche ufficializzato il proprio nuovo nome: Lola’s Dead ed il nuovo sito web (lolasdead.com).
Già, “Lola è morta. Ma noi no. Per ora.”, recita uno dei loro slogan, pregnante di un certo fatalismo e di una sorta di indeterminatezza che sembrano essere il vero filo rosso capace di condurci attraverso la loro carriera e la loro musica. Lola’s dead è il raggiungimento di una certa consapevolezza acquisita attraverso lunghe e controverse fasi di composizione e ascolto ma non per questo definitiva.
ILC